Se
qualcuno dicesse d'avervi visto fiorellare
al tabarino
come
minimo vi verrebbe da pensare che il vostro interlocutore non deve
avere tutte le rotelle a posto (…). Ma, se le stesse parole le
avesse pronunciate qualcuno nel lontano 1940, e se quelle strane parole
fossero arrivate per puro caso alle orecchie di vostra moglie o della
vostra compagna, vi assicuro che la pensereste molto diversamente.
Il 23
dicembre 1940, infatti il Senato e la Camera dei Fasci e delle
Corporazioni, a mezzo delle loro Commissioni legislative, approvarono
la legge n. 2042 in materia linguistica, così disponendo: “È
vietato l’uso di parole straniere nelle intestazioni delle ditte
industriali o commerciali e delle attività’ professionali... i
contravventori alle disposizioni della presente legge sono puniti con
l’arresto fino a sei mesi o con l’ammenda fino a lire 5000.”
Tanto
che, da allora in poi,
fiorellare
al tabarino,
avrebbe sostituito lo stranierismo flirtare (fiorellare) al tabarin
(tabarino). Magari sorseggiando un calice di sciampagna
(champagne) oppure una corroborante gineprella
(gin).
Tutto
ciò dopo un'intima cenetta aperta con un consumato
(consommé), continuata con dell'ottimo spezzatino
all'ungherese
(gulash) e terminata con un goloso fin
di pasto
(dessert) e un buon curassò
(curacao)
strasecco
(extra-dry), appena prima di recarci con gli amici ad assistere ad
una partita di disco
sul ghiaccio
(hockey).
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